In un mondo pieno di parole e povero di fatti, eccoci qua da 8 anni a testimoniare l’esistenza di una musica italiana che cresce e si fa più matura e pronta a sintonizzarsi con i suoni che arrivano da ogni angolo del mondo.Le 12 formazioni che come ogni anno rappresentano la vitalità e l’energia del nostro paese, sono state scelte tra più di 1100 proposte, Arezzo Wave cercherà per loro di essere apripista e fare da padrino. In un paese dove non esistono ministeri e organismi statali attenti alla valorizzazione della creatività musicale giovanile, Arezzo Wave occupa uno spazio che non esiste istituzionalmente; tournèes invernali dei nuovi gruppi in tutti gli angoli del paese con Arezzo Wave on The Rocks, promozione delle nostre bands in Europa con i festival collegati nel circuito Yourope, produzioni discografiche, rete di operatori con il circuito Arezzo Wave Italia, tutto questo è il “back-stage” di Arezzo Wave, la sua parte sotterranea e attiva. C’è poi il festival, 5 giorni, 39 concerti dalle 16.00 a tarda notte, un festival gratuito di 50.000 giovani, gratis come i karaoke di piazza ma lontano anno luce da questa moda dominante. Un festival dove Johnny Clegg potrà dare un attimo di felicità nel mostrarsi testimone di un paese senza più apartheid, dove Rachid Taha potrà far vedere che dall’Algeria non viene solo integralismo, ma voglia di muoversi e di ballare tra le tradizioni Rai e la musica techno, dove l’America è la musica di New Orleans e di San Francisco dei Cowboy Mouth e dei Subtle Plague, dove è possibile sentire i ritmi esotici dell’Oceano Indiano con i Baster, dove l’Europa dei giovani è rappresentata dai suoi più importanti esponenti: Noir Desir, Sort Sol, Xutos & Pontapes, Arno, Celtas Corto. Dove Inspiral Carpets e Sons of the Desert mostrano il presente e il futuro della musica inglese, dove Hip Bone Connection e Soon e Mc sono i testimoni dell’ultima generazione musicale, nella quale gli stili si fondono e si rincorrono fra jazz, rap, funky ed altro ancora, dove l’Italia che suona è forte ed esplosiva, con i Mau Mau, Frankie Hi Nrg Mc, Tony e i Volumi, Ritmo Tribale, Afterhours, dove quelli che sono già più di una speranza si chiamano Rosso Maltese, Agricantus, Yo Yo Mundi, Mitili F.L.K. Knockout, Al Darawish. Questo e altro ancora è Arezzo Wave, provare per credere!
Manifesto Arezzo wave 1994 – Pablo Echaurren
Artisti:
Afterhours – Agricantus – Al Darawish – Arno – Baster – C.S.I. – Celtas Cortos – Cowboy Mouth – Frankie Hi Nrg – Garden House – Johnny Clegg & Savuka – Kanipomisi – Knock Out – Le Loup Garou – Inspiral Carpets – Lost Weekend – Lou Dalfin – Luna Mars – Malavida – Mario Coradini Trio – Marmaja – Mau Mau – Mitili F.L.K. – Noir Desir – Ottantottotasti – Peppa Marriti Band – Rachid Taha – Ritmo Tribale – Rosso Maltese – Six Minute War Madness – Sons Of The Desert – Soon e MC – Sort Sol – Subtle Plague – Tetes de Bois – The Hipbone Connection – Tony e I Volumi – Xutos & Pontapes – Yo Yo Mundi