
Mercoledì 8 aprile il palco del Trenta Formiche di Roma (via del Mandrione, 3) ha ospitato la seconda serata di semifinale dell’Arezzo Wave Band per il Lazio. Come nella prima semifinale, tre gruppi e venti minuti a performance. Alla fine delle serate di selezione una giuria di esperti – formata da Cristiano Cervoni (Radio Città Futura), Emanuele Tamagnini (Nerds Attack) e Gianluca Polverari (Radio Città Aperta, Romasuona) – sceglierà le 4 band migliori che avranno diritto ad accedere alla finale, prevista per l’8 maggio al MONK CLUB.
I primi a salire sul palco sono i Maleducazione Alcolica – Marco Piccioni (voce e sassofono),Federico Telesca (voce e chitarra), Gabriele Segattini (voce e tastiere), Ludovico Brizzi (basso),Alberto Monsignori (batteria), Alessandro Sagretti (sassofono), Michele Ceriola (trombone),Leonardo Zallocco (tromba) e Matteo Mecocci (tromba) – un gruppo che spazia dallo ska al reggae, fino al punk. La prima cosa che arriva di questo gruppo è la grande energia. I componenti riescono a mettere in scena una sorta di coreografia che ben si sposa con la loro musica e riescono a divertire il pubblico con una performance vivace e dinamica. Un sound fresco e colorato, per una band che riesce a dar vita ad uno spettacolo che va oltre il semplice live musicale, ma riesce ad assumere le sembianze di una bella festa che strappa necessariamente un sorriso.
Il secondo gruppo a salire sul palco è i Superbox – Lorenzo Lemme, Giuseppe Maulucci e Giorgio Sbornod – un trio che mette poliedrico e moderno, che inizia la performance con basso, batteria, tastiere e synth, ma che per alcuni brani inserisce anche la chitarra elettrica. Un sound effettato e vibrante, fatto di riverberi, che inserisce sonorità elettroniche e distorte, con testi che a volte sono assenti ed altre sono giochi di parole, come se fossero suoni fra gli altri. Un live che sicuramente stupisce perché originale, che vede musicisti versatili e tecnicamente preparati, che introduce anche elementi giocosi e divertenti, all’interno di un sound che invece suona serio, in una specie di dualismo che si risolve nella completezza ed unità del gruppo.
Ultimi a salire sul palco The Flying Madonnas – Niccolò Friz, Andrea Di Stefano, Jack Serri eMattia Frattari – una band che conferma il grande livello musicale raggiunto dalla serata. Il genere è un post-rock che si lascia andare alla psichedelia e al progressive per un risultato a dir poco esaltante. Non emerge solo la grande preparazione tecnica dei musicisti, ma anche il bel sound ritmato e carico, fatto di chitarra, basso, batteria e tastiere. Crescendo musicali che procedono di pari passo con altrettanti crescendo emotivi, in un gioco di rimandi che trasforma il suono in un qualcosa che avvolge il pubblico, finché non esplode corposo e rotondo. Un sound che diventa un’esperienza sensoriale e solletica tutti i sensi dei presenti, per un gruppo di poche parole (nessuna in realtà), ma che si esprime attraverso le emozioni.
Il bilancio della serata? Gruppi che realizzano performance mature ed originali, con un proprio progetto alla spalle, quasi sempre interessante e ben proiettato verso il futuro. Tre live diversi, ma di qualità, a livelli musicali molto alti. Dopo le prime due serate, non possiamo che attendere impazientemente le altre che si preannunciano davvero interessanti.
Report di FEDERICA PONZA e foto di PAOLO FERRAINA di 100decibel webzine